Archivio per marzo 2011

Il Palermo batte il Milan per 1-0 e riapre il campionato

Decide una rete di Goian nel primo tempo. Infortunio per Pato.

 

La cronaca. Senza lo squalificato Ibrahimovic, nel 4-3-1-2 del suo Milan Allegri conferma Jankulovski terzino sinistro e preferisce Seedorf a Robinho dietro Cassano e Pato mentre Boateng, non ancora al meglio, è inizialmente in panchina. Nel Palermo Cosmi schiera un anomalo 3-4-2-1 con Migliaccio in difesa per lo squalificato Bovo, Darmian e Balzaretti esterni e Pastore e Ilicic trequartista dietro Pinilla, unica punta preferita a Miccoli.

Il Milan pare animato da buone intenzioni ma alla prima distrazione regala il gol: corner del Palermo, sponde aeree di Munoz e Migliaccio, Van Bommel prima tarda a salire dalla posizione sul palo e poi si ferma e per Goian è facile insaccare da pochi metri da Abbiati.

I rossoneri provano a reagire ma emergono subito limiti già visti in tempi recenti e non solo per l’infortunio di Jankulovski (ginocchio ko, dentro Antonini): poca velocità, qualità e capacità di verticalizzare da parte dei centrocampisti e gioco sulle fasce quasi nullo. Se al tutto aggiungiamo che non c’è un punto di riferimento come Ibra, si capisce come i padroni di casa abbiano gioco facile a chiudere i varchi in mezzo con la loro superiorità numerica e a respingere i lanci dalla trequarti con la maggiore prestanza fisica dei loro centrali.

Così, mentre il Palermo non disdegna qualche ripartenza (da segnalare al 28° un bel triangolo Pastore-Pinilla-Pastore con destro sul fondo dell’argentino), il Milan fatica tantissimo e l’unica conclusione seria del primo tempo è di Cassano al 32°: lanciato da Seedorf il barese, decisamente opaco, conclude però alto da buona posizione.

Al rientro in campo dopo l’intervallo ci si attenderebbe un forcing del Milan ma i rossoneri stentano ad ingranare e così al 53° Allegri inserisce Boateng per Van Bommel, spostando Seedorf in cabina di regia. Il Palermo sfiora il raddoppio in contropiede con Darmian che al 56° non trova la porta su cross teso di Pastore ma l’ingresso del ghanese dà energia ai rossoneri, che poco dopo perdono Pato per infortunio, rimpiazzato da Robinho.

Senza il Papero il Milan perde l’unico punto di riferimento offensivo ma il suo sostituto prova almeno a dare maggiore verve alla manovra: i rossoneri provano ad assediare i siciliani nella loro metà campo e Sirigu deve mostrare meglio del suo repertorio per respingere un destro di Flamini, un colpo di testa di Gattuso e un tiro-cross teso di Robninho. Dal canto suo Cosmi rimpiazza Bacinovic e Pastore con Acquah e Miccoli e poi con Hernanez per Pinilla. Il Milan ci prova, spinge ma senza un centravanti di ruolo, non trova più varchi ed è il Palermo a sfiorare addirittura il raddoppio in contropiede con Hernandez, legittimando così il successo.

Milan, niente fuga: pareggio col Bari e Ibra espulso

Il vantaggio sull’Inter resta di 5 lunghezze, lo svedese può saltare il derby.

 

Doveva essere la domenica dell’allungo decisivo, quella che poteva permettere al Milan di salire a +7 sull’Inter a due turni dal derby che potrebbe decidere in un senso o nell’altro il campionato. Invece i rossoneri, dopo l’1-1 dell’Inter a Brescia, replicano lo stesso identico risultato a San Siro contro il fanalino di coda Bari, con l’aggravante di un fallo di reazione di Ibrahimovic che costa allo svedese l’espulsione e, con qualche probabilità, due giornate di squalifica che gli farebbero saltare la trasferta a Palermo e la stracittadina.

MILAN INAMIDATO – Il primo tempo dei rossoneri è su ritmi piuttosto bassi, con squadra rigida e manovra tendenzialmente macchinosa. Il trio d’attacco Robinho-Pato-Ibrahimovic non ingrana, gli esterni non trovano mai il fondo e l’unico vero squillo è una punizione potentissima di Ibra respinta in qualche modo coi pugni da Gillet. E’ anzi il Bari a trovare il gol, peraltro con uno schema puerile su calcio di punizione che permette ad Almiron di liberare Rudolf con tutti i rossoneri a guardare, Van Bommel per primo: l’attaccante controlla e batte senza problemi Abbiati in diagonale.

DUE GOL ANNULLATI – L’inizio di ripresa vede finalmente il Milan mettere in campo la furia agonistica di cui c’è bisogno, ed i rossoneri riescono a mettere alle corde il Bari anche grazie alla maggiore verve di Emanuelson, subentrato a Merkel: Robinho si vede annullare per giusto fuorigioco il gol del pari, qualche dubbio in più sulla seconda rete annullata a Ibrahimovic per un controllo a metà fra spalla e braccio. Il brasiliano lascia spazio a Cassano, lo svedese si mangia un’occasione d’oro calciando a lato un diagonale ravvicinato, Gillet salva su un insidiosissimo tiro-cross di Abate.

FOLLIA IBRA – Se il fallo di mano lasciava qualche dubbio, la certezza è il nervosismo dello svedese, che al 73′ compie la doppia follia di lasciare la squadra in dieci giocandosi probabilmente anche la possibilità di essere presente al derby: su un lungo cross da sinistra Ibra viene anticipato da Belmonte, e da dietro gli rifila una manata nel costato che l’arbitro vede chiaramente. Cartellino rosso e probabili due giornate di squalifiche, cioè Palermo-Milan e Milan-Inter.

CASSANO-GOL – Anche in dieci il Milan prosegue il proprio assedio, e con Abate e Antonini che riescono finalmente a sfondare sugli esterni la pericolosità dei rossoneri è costante. All’81’ il Diavolo riesce se non altro a trovare il gol che mantiene intatte le distanze dall’Inter, grazie ad una bella palla di Emanuelson a liberare il cross di Antonini su cui Cassano, di piatto destro la volo, fa secco Gillet per l’1-1.

Milan, il cuore non basta. Pari a Londra e addio Champions

Contro il Tottenham finisce 0-0: Spurs avanti grazie alla vittoria di San Siro.

 

La cronaca. Per tentare l’impresa Allegri si affida a tutti i suoi solisti, compreso Boateng, in dubbio alla viglia. White Hart Lane trabocca di tifosi per il dentro o fuori degli Ottavi di finale. Il Tottenham ci prova subito con Van der Vaart da fuori. E’ convinto però l’impatto con la gara del Milan, Seedorf ,in posizione di centrocampista puro detta i tempi dell’azione. L’intuizione messa a punto dal tecnico livornese sembra dare i frutti in avvio quando l’olandese inventa un lungo lancio per Ibrahimovic, anticipato in corner da Dawson. Gli Spurs pressano alti e presidiano bene le fasce da cui arrivano palloni alti per facilitare le sponde della torre Crouch (su uno di questi spioventi Abbiati esce coraggiosamente). I rossoneri ci provano dalla distanza con lo svedese che impegna Gomes. I padroni di casa privilegiano sempre i lanci lenti sullo sgraziato lungagnone. In uno di questi il nazionale dei Leoni d’Inghilterra sfiora il gol.

I rossoneri non subiscono il possesso palla del Tottenham e arrivano con relativa facilità al tiro, soprattutto grazie alla vitalità di Boateng e Robinho. Al 27′ da una verticalizzazione nasce l’occasione più ghiotta per il Diavolo, Pato supera il portiere e offre un ottimo pallone a Robinho, il suo tiro è sporcato da Modric e spazzato sulla linea da Gallas proprio sulla linea bianca. Qualche minuto più tardi ancora il brasiliano chiama Gomes a un intervento su un rasoterra. Il Milan guadagna campo e spinge soprattutto sul versante destro con un paio di cross pericolosi di Abate, molto accorto in fase difensiva.

Gli Spurs si assestano meglio nella ripresa, sospinti dal pubblico che intona a squarciagola “When the saints go marching in”. Lo schema prediletto resta il lancio lungo a beneficio del pennellone dalle lunghe leve di Crouch (fermato spesso con le maniere forti da Thiago Silva). PeterOne rischia di bissare il gol dell’andata, ma indugia in una sponda da una zolla favorevole. Non incide dalla parte opposta Ibrahimovic, in ombra, vittima della consueta sindrome Champions. Ci prova allora Flamini con un tiraccio fuori bersaglio.

Il Milan cala e Seedorf si fa notare in alcuni pregevoli ripiegamenti difensivi. Nonostante rinculi di qualche metro, il Milan ha un’altra doppia palla gol con Robinho, su cui respinge in tuffo Gomes, fuori misura il tapin dell’attaccante verdeoro. Redknapp corre ai ripari e inserisce Bale e Jenas per Van der Vaart e Pienaar per non scoprirsi. Allegri risponde rilevando l’esausto Boateng con Merkel. A tredici minuti dal termine, è Pato ad avere suoi piedi lo shot per il possibile vantaggio: il tiro sibila il palo. Allegri getta nella mischia anche Strasser per Flamini, ma è il solito Robinho a sfiorare il gol con un tiro da fuori smorzato. Finisce, malgrado una prestazione onorevolissima, l’avventura europea del Milan pesantemente compromessa a San Siro.

Gattuso segna, il Milan allunga. Juve sempre più in crisi

Vittoria fondamentale per 1-0 dei rossoneri a Torino.

 

LA PARTITA – Allegri è costretto a rinunciare a Pato per un attacco febbrile, al suo posto Cassano con Boateng a fare da incursore. Nella Juve Delneri decide di riportare Chiellini al centro della difesa con Traorè a sinistra. Davanti la coppia ‘pesante’ Toni-Matri.

Primo brivido per la Juve dopo soli tre minuti di gioco con Ibrahimovic che spara di piatto sopra la traversa da ottima posizione. Passato lo spavento la Juve sembra più decisa rispetto alle ultime uscite e fa una buona pressione nella metà campo avversaria.

E’ il Milan però che si divora un’altra palla gol al 22′ quando Cassano salta Traorè in area ma spara alto davanti a Buffon. A parte un paio di accelerazioni di Krasic la Juve in avanti fa poco con Matri cancellato da un mostruoso Thiago Silva.

Nella ripresa entra Robinho per Boateng (botta alla caviglia). Il secondo tempo è tutt’altro che spettacolare con le due squadre che dal punto di vista fisico calano. Delneri si gioca la carta Iaquinta.

Il Milan passa al 70′ con l’uomo che non t’aspetti: Gattuso, riceve palla da Ibrahimovic, e calcia dal limite un tiro innocuo che passa sotto le braccia di Buffon. Gol pesantsisimo per il centrocampista rossonero ch non segnava in campionato da 3 anni e che potrebbe aver dato un contributo fondamentale per il titolo con questa rete da tre punti.